Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo
On. Michele Frattallone,
Presidente della C.N. del
È stato un grave errore la laicità
rivendicata da pochi professori e studenti dell’Università di Roma,“La Sapienza”, negare la parola al Vicario di Cristo.
La fede per il
cristianesimo, esprime allo stesso tempo una sua filosofia, che viene da molto
lontano. Si è sviluppato nell’arco di 2000 anni, con l’evento più eclatante: la
nascita di Gesù Cristo. Visse all’epoca dell’impero
Romano, in un piccolo paese ‘Betlemme”, nel territorio della Palestina, ed il
popolo ebraico di allora fu soggetto alle leggi romane.
Le prediche di
Gesù furono incentrate con le parabole, oggi definite paragoni, affinché gli
ascoltatori, formata da gente umile, diseredata e senza una minima base di
cultura; non fu facile a coloro che l’ascoltarono apprendere i suoi
insegnamenti, e citò i dieci comandamenti, per essere osservati esattamente
quelli che Dio affidò a Mose, molti anni prima della nascita di Gesù Cristo. A quell’epoca, almeno da quelle parti, ci furono altri popoli
che condivisero la divinità attribuita agli imperatori romani, escludendo
accostamenti alla spiritualità. Gesù Cristo, nacque in quel periodo perchè secondo
il disegno divino fu la fondazione della sua Chiesa.
Per i non
credenti (non condividono la fede del cristianesimo perchè non percepiscono
segnali della presenza divina), Dio anche come uomo scese sulla terra per
salvare l’umanità e predicò fra la sua gente. Gli ebrei furono da sempre nei
confronti di Dio il popolo prediletto e consapevoli di questo loro status, non
erano certamente molto obbedienti alle regole dei sacerdoti che sapevano dai
profeti, strumenti di Dio, che la venuta di Gesù Cristo era prossima.
Gesù che
presentatosi da vero uomo ed al tempo stesso vero Dio, continuò nella sua
missione e predicò con parole di pace ed amore a tutti coloro che lo seguirono
ed insegnò la sua Religione; fece molti miracoli, non per esibizione ma
dimostrativi della sua potenza divina. La missione di Gesù Cristo, fu compiuta
all’insegna della povertà e volle percorrere tutta la strada con umiltà, e
passo dopo passo accumulò
a suo carico i peccati commessi dal suo popolo disobbediente e conclusasi
all’ultima stazione della via crucis.
Gesù, seguito
dagli apostoli, di giorno e di notte, individuò l’apostolo Pietro, che sostituì
il “Maestro” (così lo chiamarono gli apostoli), dopo la morte e la resurrezione
di Gesù, Pietro fondò la Chiesa in nome di Cristo e fu il Primo Papa, a Roma
successore di Gesù Cristo. Sulla base di questa essenziale descrizione, la
dovuta riflessione: L’imperatore Costantino dopo avere sconfitto Massenzio
nell’anno 313 d.c., con un
editto autorizzò agli ebrei già
convertiti a professare la fede del cristianesimo di cui regole conosciute dal
Vangelo come nuovo testamento. Il cristianesimo come fede, accolta ed accettata dai romani fu la
fine delle divinità attribuite agli imperatori, si diffuse nell’ambito di tutto
l’impero e successivamente in tutto il mondo.
Secondo alcune
statistiche affermerebbero che la fede cristiana, in relazione la chiesa
cattolica e apostolica romana, conta 1 miliardo e 200 milioni di fedeli di cui
culto praticato in tutti gli angoli della terra. La struttura organizzativa è
capillare in grado di fare conoscere i principi del cristianesimo dalle sue origini ai giorni
d’oggi. Ed è una religione
riconosciuta universalmente.
Ratsinger, Papa Benedetto XVI, è Capo e Sommo Sacerdote
della Chiesa Cattolica, chiamato Vicario di Gesù Cristo, in terra e successore
di Pietro, Vescovo di Roma e titoli accademici ed altri dai fedeli conosciuti:
Sommo Pontefice e Santo Padre. Allo stesso tempo, esercita un potere temporale,
quindi Capo di Stato della Città del Vaticano in Roma.
Questa
necessaria ed opportuna valutazione per comprendere meglio l’alta autorità
ecclesiastica, uno Stato nello Stato, riconosciuto dall’Italia dai “Patti Lateranensi”, detto concordato e firmati dallo Stato
Italiano e dallo Stato della Città del Vaticano, l’11 febbraio 1929, epoca del
ventennio. Non escludo il bilancio economico anche a favore dell’Italia dalle
mille e più eclatanti attività promosse dalla Città del Vaticano che richiamano
l’interesse dei fedeli che ogni anno visitano San Pietro, la Città di Roma ed
altre città d’Italia.
Non sono
queste le citazioni a cui intendo soffermarmi, ci sono
cose molto più gravi che preoccupano con possibili riflessi negativi dovuto al
grande imbarazzo etico, un gesto poco diplomatico, ed irresponsabile perchè era
stato lo stesso Rettore Renato Guarini della
Università di Roma, “La Sapienza” a invitare Il Papa, all’inaugurazione del 705.mo anniversario dell’anno
accademico per la lectio magistratis.
E clamorosamente a causa della menzionata insensata ed irriverente iniziativa promossa da 67
professori e un numero molto limitato di universitari che attestatosi su
posizioni che a loro dire, difensori della laicità dell’università, non
condivisero la visita del Papa, Vescovo
di Roma e se fosse venuto, avrebbero negato al Papa Benedetto XVI, Vescovo di
Roma la lectio
magistralis che è una delle massime autorità viventi
in questa terra, Sommo Ponte- fice ed uno dei teologi
più colti, già professore nella Università di Ratisbona.
L’Ufficio stampa della Città del Vaticano, con una nota annulla la visita del
Papa, Vescovo di Roma.
Questo non è
tutto, l’Università di Roma, “La Sapienza” fu fondata, dal Papa Bonifacio VIII in epoca del medievo
nell’anno 1300 d.c. Poi, la quasi totalità della popolazione italiana è di fede
cristiana, della chiesa cattolica apostolica romana con le sue innumerevoli
missioni all’estero, che non solo diffondono il vangelo di Cristo, con parole
di pace ed amore ma aiutano le popolazioni che soffrono, che sono veramente
povere ed hanno bisogno di maggiore solidarietà cristiana, edificando scuole e
organizzando ospedali, tutto questo, viene gestito
sotto la guida della Città del Vaticano.
Ritornando al
discorso della protesta promossa da pochi professori ed universitari, con il
loro gesto intendevano dimostrare la laicità e l’indipendenza ad operare nella
loro università, ma hanno dimenticato che non hanno tenuto conto, che le idee,
le filosofie possono non essere condivise, ma un grave errore rifiutare il
dialogo e gli opportuni dibattiti. L’assenza di un giudizio più equilibrato
nega al sapere la tolleranza, sopratutto al’interno
dell’università, non credo che si possono trasmettere segnali di intelligenza,
così facendo è emersa la più meschina delle ottusità, la ricerca del sapere
equivale la ricerca della verità per questi motivi sono importanti ed
essenziale il dialogare pacificamente, confrontandosi anche con accesi
dibattiti, solo così molte cose possono essere riformate o migliorate.
Consapevole
che l’allocuzione del Santo Padre per l’incontro con l’Università degli Studi di Roma, convinto avrà fatto il giro del mondo,
ho voluto concludere con un capitolo estratto dal testo ufficiale come avrebbe
iniziato la lezione tenuta dal Papa Benedetto XVI all’interno di detta
Università di Roma:
Mi è caro in
questa circostanza, esprimere la mia gratitudine per l’invito che mi è stato
rivolto a venire nella vostra università per tenervi una lezione. Che cosa può
e deve dire un Papa in occasione come questa? Nella mia lezione a Ratisbona ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho
parlato nella veste del già professore di quella mia università, cercando di
collegare ricordi ed attualità. Nell’università “Sapienza”, l’antica università
di Roma, però sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perciò debbo
parlare come tale. Certo, la “Sapienza” era un tempo l’università del Papa, ma oggi è un’università laica con quell’autonomia
che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha
fatto sempre parte della natura di università, la quale deve essere esclusivamente
all’autorità della verità. Nella sua libertà da autorità politiche ed
ecclesiastiche l’università trova la sua funzione particolare, proprio anche
per la società moderna, che ha bisogno di un’istituzione del genere.
Apprezzamento
al Parlamento, per l’immediata reazione positiva dei vari gruppi politici, nel
dissociarsi con vigore dall’iniziativa promossa da un micro
gruppo di contestatori, all’interno della Università di Roma, la Sapienza, per
avere negato la parola al Papa. Altrettanto con determinazione protesto anche a nome del C.T.I.M. per
l’irresponsabile gesto ottuso che al Papa, ospite, tolta la parola. Ho avuto l’opportunità di leggere tutto il
testo, posso aggiungere che per una cinquantina di oppositori dell’Università
di Roma “La Sapienza”, un’opportunità perduta non avere potuto ascoltare la
lezione di un Papa e Vescovo di Roma.
Boston, 19
gennaio 2008 On.